01/01/2013 - 01:00

380 mln di prodotti a Impatto Zero

In occasione dell'ultimo anniversario del protocollo di Kyoto, LifeGate traccia un bilancio del progetto Impatto Zero®, la prima iniziativa nata per ridurre le nostre emissioni di CO2 e combattere i cambiamenti climatici.
1.000 aziende, 380 milioni di prodotti per un controvalore economico di oltre 3 miliardi di euro, 65 milioni di mq di foreste tutelate e 134.000 tonnellate di anidride carbonica compensata. Sono questi i risultati concreti del progetto Impatto Zero® di LifeGate, presentati in occasione dell'ultimo anniversario del protocollo di Kyoto. Nato nel 2002, Impatto Zero® è stata la prima iniziativa per l'attuazione volontaria del protocollo di Kyoto. Attraverso il progetto di LifeGate, infatti, è possibile valutare e ridurre le emissioni di CO2 generate da qualsiasi prodotto o attività e infine compensare le emissioni inevitabili attraverso il sistema dei carbon credit, ossia contribuendo a progetti di efficienza energetica o alla creazione e tutela di foreste in crescita.

Ad oggi il progetto Impatto Zero® è attivo in Italia, Madagascar, Costa Rica, Panama, Bolivia, Nuova Zelanda, Argentina, Cambogia e -a brevissimo- Brasile. Un progetto importante, ispirato ai principi del protocollo di Kyoto, che ha avuto il merito di anticipare e concretizzare gli obiettivi del protocollo stesso (entrato in vigore solo nel 2005), offrendo ad aziende e persone la possibilità di impegnarsi concretamente nella salvaguardia del pianeta e nella riduzione del proprio impatto ambientale. Nel corso degli anni il progetto Impatto Zero® ha saputo ispirare un nuovo modo di fare business rispettando l'ambiente e sensibilizzando aziende e consumatori. Un modello vincente adottato da oltre 1.000 aziende, da piccole realtà locali a grandi multinazionali, che hanno scelto di aderire al progetto di LifeGate per ridurre e compensare le emissioni delle proprie attività, di eventi, prodotti e servizi. Al punto che esistono sul mercato oltre 380 milioni di prodotti con il marchio Impatto Zero®.

"Il risultato più importante -spiega l'ing. Simone Molteni, Direttore scientifico di LifeGate- è la diffusione di consapevolezza sui cambiamenti climatici. Oltre ad aver sensibilizzato le aziende, la presenza del marchio Impatto Zero® sui prodotti ha invitato per 380 milioni di volte i consumatori a ricordare che dietro ad ogni nostra azione esiste un impatto ambientale e che ognuno di noi può contribuire a ridurlo."
Risultati concreti non solo da un punto di vista ambientale, dunque, ma anche culturale. Grazie all'adesione di prodotti ed eventi di grandissima visibilità -dai tour di Vasco Rossi e Ligabue fino ai libri di Harry Potter- il progetto di LifeGate è riuscito ad entrare nell'immaginario comune. Basti pensare che dieci anni fa, quando è stato registrato il marchio Impatto Zero® da LifeGate, il termine "impatto zero" era evidentemente inutilizzato: facendo una ricerca su Google uscivano zero risultati, mentre oggi ne escono oltre 1 milione.

"Spesso il termine "impatto zero" viene usato nel lessico comune in maniera palesemente errata -continua l'ing. Simone Molteni- visto che nessuna attività può avere un impatto "pari a zero". Ma come per i cibi di provenienza locale, detti "a km zero", la semplificazione del concetto in uno slogan ha permesso di stimolare e avvicinare anche il grande pubblico a questi temi. Mantenere viva l'attenzione sui cambiamenti climatici è indispensabile anche oggi. Se basta un inverno freddo per rimettere in discussione il riscaldamento globale significa che sono ancora in troppi a non aver capito la differenza tra l'andamento del meteo locale e i problemi del clima globale. E si tratta di un concetto veramente di base."
Marilisa Romagno
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