01/01/2013 - 01:00

Vivremo in piccole centrali? La svolta energetica

Dalla catastrofe atomica di Fukushima, la parola d'ordine è diventata "svolta energetica". L'espressione non si riferisce solo alla transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, bensì alla necessità di risparmiare e di produrre energia. Il quadro politico generale e il contributo delle innovazioni tecnologiche a questa svolta saranno al centro di BAU 2013.
Il tema "Energia 2.0" attraverserà come un filo rosso il programma collaterale e gli stand degli espositori, anticipando le conseguenze della svolta energetica sulla progettazione e sull'edilizia. Quando si parla di risparmio energetico, il settore immobiliare e l'industria delle costruzioni sono in primo piano. Il 40 percento dei consumi energetici mondiali viene infatti generato dal riscaldamento, dalla ventilazione e dall'illuminazione degli edifici. L'Unione Europea intende abbassare questa percentuale e, per questo, ha rinnovato la direttiva sull'efficienza energetica degli edifici. Secondo le nuove disposizioni, a partire dal 2020 tutte le nuove costruzioni dovranno essere case a energia zero o "Energy Plus", cioè capaci di produrre più energia di quanta ne consumano. Case simili a centrali, che producono più energia rispetto al fabbisogno dei loro abitanti e cedono l'energia eccedente all'auto elettrica parcheggiata in garage. E' questo l'obiettivo ideale anche secondo Peter Ramsauer, Ministro tedesco dei Trasporti, dell'Edilizia e dell'Urbanistica. Il ministro sintetizza il concetto in una frase: "La mia casa, il mio distributore". Un esempio concreto è la casa prototipo costruita dallo stesso ministero a Berlino, all'indirizzo Fasanenstraße 87. Nell'edificio vive una famiglia di quattro persone che può contare su una "casa ad alta efficienza energetica con elettromobilità". Resta da vedere se, in futuro, vivere in una piccola centrale elettrica non sarà più un'opportunità per pochi.

Il potenziale maggiore di risparmio energetico non sta però nelle nuove costruzioni, bensì nel risanamento del patrimonio immobiliare esistente. Tre quarti degli edifici in Germania, ad esempio, sono stati costruiti quando non esisteva di fatto alcuna normativa sul risparmio energetico in edilizia. Il piano lanciato nel 2010 dal governo federale tedesco prevede interventi di risanamento energetico sugli edifici più vecchi di 30 anni nella misura del due percento ogni anno. Il programma di risanamento per la riduzione delle emissioni di CO2 metterà a disposizione 1,5 miliardi di Euro all'anno, che corrispondono a circa 5.100 Euro di fondi per ciascun edificio. Il risanamento del patrimonio edilizio tedesco verrebbe così completato entro il 2062. La direttiva UE sull'efficienza energetica complessiva degli edifici verrà adottata in Germania con la nuova normativa sul risparmio energetico 2012 (EnEV). La EnEV è in fase di elaborazione e una prima bozza entrerà in vigore all'inizio del 2013. Hans-Dieter Hegner, responsabile per l'edilizia del ministero, ha reso noto che per i nuovi edifici, in virtù dei limiti attuali già severi, ci saranno solo inasprimenti "mirati". Negli edifici non residenziali, invece, sarebbero "ipotizzabili restrizioni sugli impianti di illuminazione, climatizzazione e aerazione". Per gli ultimi aggiornamenti sulla normativa EnEV vi rimandiamo al sito www.enev-online.de

Per gli elettrodomestici è già prevista: l'etichetta energetica UE riporta i valori di efficienza energetica di lavatrici e lavastoviglie a beneficio degli acquirenti. Ulrich Sieberath, direttore dell'istituto ift-Rosenheim, è certo: "La marcatura energetica arriverà anche per le finestre". Il problema è che "le finestre non sono lavatrici". Per la marcatura si dovrebbero considerare anche le condizioni climatiche, ad esempio la posizione e l'orientamento dell'edificio (nord o sud). Nella Energy Label per i componenti da costruzione, Sieberath vede anche l'opportunità di "parlare direttamente al consumatore finale e promuovere l'immagine della finestra come fonte di energia solare". A BAU 2013 l'ift presenterà la propria etichetta energetica, uno strumento di calcolo via Web che consente una valutazione energetica delle finestre indipendentemente dal luogo di installazione. I produttori di finestre e i rivenditori potranno così dimostrare alle imprese edili il potenziale di risparmio energetico offerto dalla sostituzione delle finestre.

Le dichiarazioni ambientali di prodotto (in inglese "Environmental Product Declarations", EPD) esistono ormai da alcuni anni in diversi Paesi europei. Si tratta di valutazioni del "bilancio ecologico" dei prodotti per edilizia che rappresentano un elemento chiave per determinare la sostenibilità degli edifici. Le EPD forniscono anche informazioni sull'utilizzo di energia e risorse, oltre a indicare il contributo di un prodotto a effetto serra, acidificazione, iperfertilizzazione, buco nell'ozono e smog. Inoltre vengono fornite indicazioni su proprietà tecniche quali vita utile, isolamento termico e acustico e impatto sulla qualità dell'aria negli spazi interni. La dichiarazione ambientale di prodotto tedesca (Umweltdeklaration Typ III) per i componenti per edilizia nasce nell'Istituto Bauen und Umwelt e.V. (IBU), un'associazione di costruttori di prodotti per edilizia. A BAU 2013 l'IBU tratterà il tema dell'EPD in brevi seminari e presentazioni. E forse risponderà alla domanda su quando ci sarà una EPD unica e valida per tutta Europa.

La realizzazione pratica della svolta energetica pone nuove sfide non solo a progettisti e architetti, ma soprattutto ai produttori di materiali e componenti per edilizia. Un potenziale rilevante per ottimizzare l'efficienza energetica degli edifici risiede in primo luogo nell'involucro esterno. Finestre e facciate offrono ancora ampi margini di innovazione tecnologica. Le soluzioni in vetrina a BAU 2013, che secondo l'istituto ift Rosenheim danno un contributo in tal senso, comprendono:
profili per finestre, vetrature, fissaggi e connessioni al corpo dell'edificio e pannelli sottovuoto con proprietà termiche ottimizzate, generazione di energia da vetrature e fotovoltaico, sistemi di protezione solare per la riduzione del carico di raffreddamento, orientamento della luce diurna, tecnica di raffrescamento decentralizzata e stoccaggio di energia con materiali a cambiamento di fase. Il responsabile di comunicazione dell'ift Jürgen Benitz-Wildenburg prevede un grande futuro soprattutto per il fotovoltaico integrato nell'edificio, ad esempio con finestre e vetri fotovoltaici: "È questa la tecnologia del futuro, destinata a rivoluzionare il mercato delle finestre. Oltre a produrre energia, questi componenti possono svolgere altre funzioni, ad esempio la protezione solare, acustica e termica."

Sarà Energia 2.0 il filo conduttore che attraverserà tutti i padiglioni di BAU 2013, proposto in prodotti e tecnologie per il risparmio o la generazione di energia. BAU collabora con numerosi enti e istituzioni che trattano il tema della svolta energetica e dei suoi effetti sulla progettazione e la costruzione di edifici, ad esempio il Ministero Tedesco di Trasporti, Edilizia e Urbanistica, Fraunhofer Allianz BAU, ift, IBU e DGNB, per citarne solo alcuni. Tutti questi partner saranno presenti a BAU 2013 con un proprio stand nel quale affronteranno il tema dell'energia dal loro punto di vista. Anche nel programma collaterale di BAU, nei forum e nelle mostre speciali, il tema "Energia 2.0" sarà trattato in tutte le sue sfaccettature. Ad esempio, i forum nei padiglioni C2 e A6 parleranno del futuro energetico delle città, della creazione di reti intelligenti per la distribuzione di energia e degli effetti del cambiamento climatico sull'architettura.
Tommaso Tautonico
autore