30/07/2014 - 12:18

Giacimenti petroliferi sul Mediterraneo: Pd, Sel e M5S chiedono massima attenzione da parte governo

E' necessario che il governo definisca regole comuni in materia di autorizzazioni per nuove attività di prospezione e coltivazione di giacimenti petroliferi per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
E' questo in sintesi l'impegno chiesto al governo da alcuni deputati del Pd, Sel e M5S che hanno presentato quattro risoluzioni - ora approdate in un testo unificato - attualmentre all'esame delle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive di Montecitorio.

 
I parlamentari hanno chiesto al governo di promuovere, durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, tutte le iniziative necessarie a definire, a livello europeo e dell'intero bacino del Mar Mediterraneo, una disciplina comune delle attività estrattive e di esplorazione in mare anche mettendo a punto una conferenza dei Paesi rivieraschi, sul modello della "Conferenza internazionale delle regioni adriatiche e ioniche".
 
E' inoltre necessario che venga disposto un disegno di legge di iniziativa governativa o parlamentare che metta ordine nelle procedure autorizzative ad attività di ricerca, sviluppo e coltivazioni di giacimenti petroliferi sul Mediterraneo, già concesse o ancora da concedere. 
 
In particolare i parlamentari hanno chiesto all'esecutivo di valutare le linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale, e non le linee di costa come attualmente previsto, ai fini del divieto entro le 12 miglia delle attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare. Secondo i deputati dovrà quindi essere impedita, con gli opportuni provvedimenti normativi, l'avvio di attività di nuovi impianti e di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi in mare o sulla terraferma fino alla adozione della perimetrazione definitiva. 
 
Spetterà al ministro dell'Ambiente adottare gli opportuni indirizzi relativamente alla valutazione di impatto ambientale perché vengano adottate le massime cautele in modo da non mettere a rischio e non pregiudicare, neanche potenzialmente, lo stato delle aree di reperimento di parchi costieri e marini e di aree marine protette, si legge ancora nelle risoluzioni. 
 
Dovrà essere inoltre previsto il blocco delle attività in corso e del rilascio di future autorizzazioni nelle zone di elevato rischio sismico, vulcanico, di subsidenza e nelle zone di ripopolamento ittico così come indicato da indagini scientifiche preventive di supporto effettuate dagli enti di ricerca.  Le procedure di valutazione di impatto ambientale dovranno essere affiancate da una accurata analisi dei costi e benefici in relazione alle future eventuali attività esplorative e di coltivazione da autorizzare in zone di rilevanza turistica ed economica, con particolare riguardo agli eventuali impatti negativi che queste attività possono avere sull'economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi.
 
Il governo dovrà inoltre adottare le necessarie iniziative per rivedere il sistema delle autorizzazioni per le trivellazioni prevedendo il coinvolgimento del ministero dell'Ambiente anche redigendo apposite griglie di valutazione in grado di recepire in modo oggettivo specifici punti di criticità quali ad esempio la presenza di falde acquifere o elevati rischi sismici e rilevanti fragilità geologiche dei territori interessati dalle ipotesi di ricerca, esplorazione e coltivazione di idrocarburi, supportate dal contributo degli enti ri di riecrca e con ilcoinvolgimento degli enti locali.
 
E' necessario inoltre incrementare per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalty 1 fino al 50 per cento rispetto a quelle attualmente vigenti in funzione della produttività degli impianti di produzione di idrocarburi liquidi e gassosi estratti in mare o in terraferma. Di questa cifra, la quota maggiore dovrà essere destinata ai territori interessati dalle attività estrattive da finalizzare in via esclusiva a misure di carattere ambientale a titolo di compensazione per gli interventi da realizzare.
 
I parlamentari hanno inoltre chiesto di prevedere che, nell'esercizio della delega per il recepimento della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza nelle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, venga garantito che, durante la fase di rilascio delle autorizzazioni, si proceda ad una scrupolosa verifica del possesso, da parte delle società richiedenti, dei requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari tali da garantire la disponibilità di risorse fisiche, umane e finanziarie sufficienti per prevenire, contenere e risolvere incidenti gravi legati alle varie attività in mare.
 
E' ancora necessario, secondo i deputati, che l'esecutivo si impegni ad assumere ogni iniziativa, anche normativa, volta a prevedere il divieto della tecnica della fratturazione idraulica, così come ribadito qualche giorno fa anche dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Simona Vicari. 
 
Infine i parlamentari hanno chiesto all'esecutivo di adottare ogni provvedimento - anche di natura strategica - per promuovere ulteriormente lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dell'efficienza energetica in modo da accelerare in modo significativo la progressiva emancipazione dalle fonti fossili.   
 
Clicca qui per scaricare il bollettino delle commissioni con la discussione delle risoluzioni. 
Rosamaria Freda
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