IA e sostenibilità si può: ecco come

Nonostante il dibattito sia aperto, gli studi e le sperimentazioni sull’Intelligenza Artificiale e le sue applicazioni continuano. Infatti, resta sempre ampia la forbice di coloro che sono a favore e chi, invece, la vede come una minaccia e un pericoloso in alcuni ambiti del vivere comune. In ogni caso, in Cina e in Arabia Saudita, Paesi leader nel campo, si stanno sperimentando e mettendo in campo nuovi umanoidi da integrare nella società. Ultima in ordine di tempo TongTong, la bambina che fa compagnia agli anziani soli.

E mentre l’Unione Europea è in attesa di emettere l’AI Act, la regolamentazione sull’uso dell’intelligenza artificiale, Onu, Unesco e la stessa UE si stanno muovendo per sfruttare al meglio la nuova potentissima tecnologia. Una delle applicazioni su cui si stanno cercando risposte è quella che riguarda il connubio con la sostenibilità.

In particolare, il primo approccio è quello di voler intervenire sul cambiamento climatico. Come? Un’opzione è quella di operare sulla supply chain, vale a dire la rete di distribuzione di un prodotto che deve arrivare al consumatore. Un settore in cui si è pensato di integrare l’intelligenza artificiale e quello della moda. Il pensiero è quello di utilizzare algoritmi e machine learning per anticipare le tendenze e ridurre gli sprechi.

Altro interessante ambito in cui l’AI potrebbe dare una grossa mano è quello che riguarda la prevenzione dei disastri naturali. Tramite l’aiuto dell’IoT, internet of things, i datacenter dell’intelligenza artificiale hanno la possibilità di leggere un grande numero di dati e di analizzare i movimenti di terra o acque prevedendo un evento disastroso.

Le istituzioni di tutto il mondo si stanno adoperando per trovare il modo di raggiungere gli obiettivi dell’Agenza 2030 con l’ausilio dell’AI. Gli algoritmi, infatti, possono essere utili in diversi campi, anche quello della lotta alla povertà. Uno dei metodi è quello di scovare le zone e la popolazione più povere attraverso la monitorizzazione dell’utilizzo della luce domestica: una rivelazione non particolarmente precisa.

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata, quindi, per la lotta alla povertà. Alcune società già in tempi non sospetti hanno sviluppato app per riconoscere i problemi di malnutrizione. La Kimetrica, azienda statunitense, ma con sede anche in Etiopia e in Kenya, ha sviluppato un’applicazione per smartphone che è in grado, tramite il machine learning, di rilevare la malnutrizione nei bambini dai 0 ai 5 durante le emergenze umanitarie. L’app utilizza la tecnologia del riconoscimento facciale e l’algoritmo memorizza curvatura facciale e altri marcatori, riesce così a stimare l’indice di massa corporea e crea una mappatura facciale per identificare la malnutrizione.

Un’altra azienda, questa volta del Cile, ha creato un connubio tra scienza e tecnologia di intelligenza artificiale per produrre artificialmente, appunto, cibo a basso impatto ambientale. Lo scopo è quello di mantenere intatti i sapori di un alimento, ma utilizzando ingredienti diversi. Questo è possibile tramite lo studio di tutte le molecole che compongono l’alimento in questione e di tutte le specie vegetali. Così, l’IA impara la struttura di un alimento e combina le molecole degli ingredienti vegetali in modo da mantenerne gusto, consistenza e principi nutrizionali.

Questi, però, sono solo alcuni esempi di come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata in modo utile, seppur essa stessa sia altamente impattante.